Pagina:Rusconi - Teatro completo di Shakspeare, 1859, VII.djvu/134


ATTO QUINTO 125

mille volte, e manterrò con tanta fedeltà i miei voti, con quanta il sole custodisce il fuoco che ha nel seno.

Duc. Dammi la tua mano, e fa ch’io ti vegga senz’altri indugii cogli abiti del tuo sesso.

Viol. Bisogna andar dal capitano perchè me li renda, ma egli è ora in prigione per un’accusa datagli da Malvolio, gentiluomo al servizio di questa dama.

Ol. Fatelo por tosto in libertà, e venga qui anche Malvolio, sebbene si dica che quel tapino sia ora demente, le vicende di questo dì mi avevano quasi fatto dimenticarlo. (rientra il Villico con una lettera) Che vuoi?

Vil. In verità, signora, egli tien Belzebù a tutta quella distanza, che un uomo nel suo caso può tenerlo: e vi ha scritto questa lettera, che avrei dovuto consegnarvi questa mattina, ma siccome le epistole di un pazzo, non contengono parole evangeliche, così non vale in qual tempo vengano recapitate.

Ol. Aprila, e leggila.

Vil. Badate dunque ad essere ben meravigliata, allorchè un pazzo legge la lettera di un demente. — «Pel Signore, madonna...»

Ol. Sei tu insensato?

Vil. No, signora; ma leggo le insensataggini che stan qui: se volete che sian proferite col tuono e l’accento che loro si addice, potete assumere l’ufficio voi stessa.

Ol. Ti prego di leggere da uomo di senno.

Vil. Così fo, madonna; e per rappresentare, leggendo, lo stato della sua mente, è necessario dire come io dico: porgetemi dunque ascolto.

Ol. (a Fab.) Leggi tu piuttosto.

Fab. (leggendo) «Pel Signore, madonna, voi mi oltraggiate, e il mondo ne sarà istrutto; sebbene m’abbiate fatto mettere fra le tenebre, e postomi in balìa del vostro ubbriaco parente, nondimeno io godo de’ miei sensi al par di vostra signoria. Io serbo la vostra lettera che m’indusse ad assumere quel contegno che vedeste, ed essa mi varrà, ne son certo, o a farmi rendere giustizia, o a cuoprirvi di vergogna. Pensate di me come vorrete: obbliai un po’ il rispetto che vi devo, per non ricordare che l’oltraggio che ho patito.

Il trattato da demente
Malvolio.


Ol. Scrisse egli così?

Vil. Sì signora.