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326 IL RE ENRICO V


Huell. Capitano Macmorris, io credo, salvo il rispetto che ti debbo, che vi siano ben pochi della vostra nazione...

Mac. Della mia nazione? Che cosa è la mia nazione? Costui è uno scellerato, un ribaldo, un malandrino! Che cos’è la mia nazione? Chi parlò della mia nazione?

Huell. Se prendete le cose diversamente dal loro significato, crederò che non mi trattiate con quell’affabilità che mi è dovuta, essendo io perito nelle discipline di guerra e venuto di lignaggio nobilissimo.

Mac. Non vi credo buono quant’io, e così Cristo mi salvi come io vi reciderò il capo.

Gow. Gentiluomini, v’ingannate entrambi.

Jamy. L’errore è ridicolo.     (si suona a parlamento)

Gow. La città chiede di trattare.

Huell. Capitano Macmorris, quando si troverà miglior occasione sarò abbastanza ardito per dirvi cha mi son note le discipline di guerra; per ora basta. (escono)

SCENA III.

Dinanzi alle porte di Harfleur.

Il Governatore e alcuni cittadini sopra le mura; l’esercito inglese al di sotto; entra il re Enrico col suo seguito.

Enr. Qual’è infine la risoluzione del governatore della città? Ecco l’ultimo parlamento a cui veniamo. Arrendetevi alla nostra clemenza, o se siete bramosi della vostra distruzione, sfidate il nostro ultimo furore. Perocchè, come è vero ch’io son soldato, nome che accarezzo assai, se incomincio a battere le vostre mura, non le lascierò finchè non siano ridotte in polvere. Le porte della misericordia si chiuderanno, e il soldato animato alla strage col cuore indurito e feroce, lasciando libero il corso alla sua mano sanguinaria, sfogherà l’ira sua sui vostri petti con una coscienza larga come l’inferno, mietendo quasi erba i vostri fanciulletti nel primo fiore ancora dell’età. Che cale a me se la strage empia, coronata di fiamme, come il principe delle tenebre, colla fronte fatta nera dai fuochi, esercita tutti gli orrori che seguono gli assalti? Che cale a me, quando voi soli ne siete la cagione, se le vostre caste vergini incontrano stupri sfrenati? Qual morso può arrestare la scienza del male, allorchè essa precipita pel suo declivio di sangue? Noi spenderemmo invano la nostra voce per richiamare soldati anelanti di bottino; tanto var-