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TIMONE DI ATENE




ATTO PRIMO




SCENA I.

Atene. — Una sala nella casa di Timone.

Entrano il Poeta, il Pittore, il Gioielliere, il Mercatante, ed altri, da varie porte.

Poet. Buon giorno, signore.

Pitt. Son lieto di vedervi in bello stato.

Poet. È da lungo tempo che non eravamo stati insieme: come va il mondo?

Pitt. Invecchia peggiorando, signore.

Poet. Oh sì, questo si sa: ma v’è nulla di particolare? nulla di strano, di cui non si abbia esempio? — Mirate, magico potere della bontà! È la sua attrattiva che ha evocati tutti quegli spiriti. — Conosco il mercatante.

Pitt. Entrambi io li conosco; l’altro è un gioielliere.

Mer. Oh è un degno signore!

Gio. Ciò è incontestabile.

Mer. Un uomo unico, i cui beneficii incessanti non finiscono mai; egli soverchia ogni altra idea di bontà.

Gio. Ho qui un gioiello.

Mer. Pregovi, vediamolo. È destinato al nobile Timone, signore?

Gio. Se vuole pagarlo al suo giusto valore; senza di che.....

Poet. (Leggendo un suo scritto) «Allorchè per la ricompensa prodighiam lodi al vile, segniamo d’onta i bei versi, in cui estolliamo l’uomo egregio».

Mer. (guardando il gioiello) La forma è nobile.