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228 il mercante di venezia


ATTO SECONDO


SCENA I.

Belmont — Una stanza nella casa di Porzia.

Squillo di corni; entra il principe di Marocco col suo seguito; Porza, Nerissa ed altri.

Mar. Non istupite per il colore del mio volto: la è la divisa che dà il lucido sole a quanti com’io gli nacquero vicino. Fate venire dal fondo del nord il più bell’uomo, da quei climi dove Febo scioglie a stento i ghiacci sospesi ai tetti, e togliamoci un po’ di sangue in vostro onore per vedere quale di noi l’ha più rosso. Io vel dico, signora, l’aspetto che voi scorgete ha intimoriti i più prodi. Giuro per l’amor mio che le vergini più belle dei nostri paesi ne sono state vaghe; né mi risolverei mai a mutare sembianza, a meno che non fosse per rubarvi qualcuno dei vostri pensieri, mia amabile regina.

Por. Nelle mie scelte io non mi lascio soltanto guidare dai miei occhi di fanciulla. D’altra parte la ventura che debbe fermar la mia sorte toglie alla mia volontà ogni libera risoluzione. Confesso nullameno, illustre principe, che anche senza le condizioni che mi ha imposte mio padre, costringendomi col suo testamento a divenir donna di quegli che mi otterrà coi mezzi di cui vi ho parlato, voi mi sembrate meritare la mia affezione al par d’ognuno di quelli che si sono presentati a me.

Mar. Ve ne ringrazio, e vi prego di condurmi a quegli scrigni perch’io vi esperimenti la mia fortuna. Per questa scimitarra che ha ucciso il Sofì e un principe di Persia, e che ha vinte tre battaglie contro il gran Solimano, vorrei far abbassare co’ miei sguardi l’occhio più audace, vincere in prodezze il cuore più intrepido del mondo, divellere i piccoli orsi dalle mamme delle loro madri, insultare al leone allorché ruggisce dinnanzi alla sua preda. Ma oimé! Se Ercole e Lica giuocano a’ dadi per conoscere quale di loro è più grande, il più debole può restar vincitore: ed io del pari condotto dalla cieca fortuna posso venir meno nella scelta di quello, che ogni altro meno degno di me varrà forse a trovare; e ne morrò di dolore.

Por. Convien correr la ventura, e dovete non eleggere, o se