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Imog. Sì, com’io sono folle; così faccio: ma se vorrete essere paziente, io rinsavirò; e saremo guariti entrambi. — Duolmi, signore, che mi obblighiate a dimenticare i modi proprii del mio sesso e della mia condizione, prodigandovi tante inutili parole. Abbiate per fermo, una volta per sempre, quello che sono per dirvi: ch’io cioè non curo il vostro amore, e che mi sento quasi costretta a mancare ad ogni convenienza, dichiarandovi che vi odio. Mi sarebbe piaciuto meglio che da voi medesimo lo aveste compreso, anzichè forzarmi a farvene solenne dichiarazione.

Clot. Voi mancate all’obbedienza che dovete a vostro padre; e il nodo che credete vi abbia legata ad un vile proscritto, a un miserabile che viveva delle elemosine della Corte e si nudriva cogli avanzi della mensa del re, non è un nodo, no! non è un nodo! Alle persone di vile condizione (e ve n’ha forse alcuna più vile di quella del vostro bandito?) può esser lecito il legarsi come lor piace, stringendo quei vincoli che da se stesse han formati; nè alcuna autorità può loro impedire d’associare scambievolmente la propria miseria, e di dare alla luce esseri sciagurati: ma l’altezza del vostro stato vi toglie questa libertà; nè vi è concesso di oscurare lo splendore della corona, cingendola a un pezzente, a un vilissimo schiavo... e peggio ancora.

Imog. Profano insensato! fossi tu anche figlio di Giove, se l’indole tua non mutassi, non saresti degno di divenire tampoco un famiglio di Postumo. Troppo egli ti onorerebbe accordandoti il più vile ufficio del suo regno1, e il biasimo universale si leverebbe contro di te, veggendoti innalzato al di sopra del tuo merito.

Clot. Le mortifere esalazioni australi lo appestino!

Imog. Egli non può incontrare più dolorosa sventura di quella di essere da te nominato. Il più logoro vestimento che ha coperto il suo corpo è per me di maggior pregio, che non tutti i capelli della tua testa, divenissero essi altrettanti uomini quale tu sei Olà, Pisanio!     (entra Pisanio)

Clot. Come! il più infimo de’ suoi vestimenti?... Ebbene, il diavolo...

Imog. O Dorotea, mia donna, vieni, vieni a me...

Clot. L’infimo vestimento?...

Imog. Sono infestata da un demente, la cui presenza mi cruccia e m’addolora. — Ite, ve ne prego (a Pisanio), e dite alle mie donzelle di cercare uno smaniglio che sventuratamente ho smarrito. Esso fu già del vostro signore; e ne attesto il Cielo, che non

  1. Under-hangman, aiutante del boia, o tira-piedi.