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136 coriolano


Sic. Potete.

Marz. Tosto lo farò, onde riconoscer me stesso prima di mostrarmi al Senato.

Men. Vi accompagnerò. — Verrete anche voi? (a Br. e Sic.)

Br. Staremo qui per radunare il popolo.

Sic. Addio. (escono Marz. e Men.) Ora è fatto console: e giudicandone da’ suoi occhi, il cuore gli avvampa.

Br. Ei portava con anima superba quelle umili vestimenta. Volete licenziare il popolo?     (rientrano i Cittadini)

Sic. Ebbene, amici, sceglieste quell’uomo?

Citt. Ha i nostri voti, signore.

Br. Preghiamo gli Dei che possa meritar il vostro amore.

Citt. Lo desidero, tribuno; ma se le mie povere osservazioni fossero degne d’un pensiero; direi che sembrò beffarsi di noi allorchè chiese i nostri voti.

Citt. Nulla di più vero; e’ c’insultò co’ suoi falsi omaggi.

Citt. No. quella è la sua maniera; ei non ci schernì.

Citt. Non v’è alcuno fra noi, voi eccettuato, il quale non dica che ci trattò con disprezzo. Doveva mostrarne, come prove del merito suo, le ferite che ricevè pel suo paese.

Sic. Le avrà mostrate senza dubbio.

Tutti i Citt. No; alcuno non le vide.

Citt. Disse che aveva alcune ferite, che le poteva mostrare in privato; e con atto sdegnoso aggiunse: Bramo esser console. Antica usanza vuole ch’io il divenga mercè il vostro suffragio. Datemi dunque il vostro voto. E accordato che glie l’avevamo: Vi ringrazio (diceva); affè, che vi ringrazio. In gran conto io tengo i vostri voti. Accordati me gli avete? Ite ora, chè non ho più mestieri di voi. Non era questo uno schernirci?

Sic. Perchè dunque non sapeste avvedervene? se avveduti ve ne siete, perchè aveste, come fanciulli, la semplicità d’accordargli il voto?

Br. Non potevate dirgli, come vi era stato suggerito, che anche quando era senza poteri, povero servo della Repubblica, era stato vostro nemico? che tuonato avea sempre contro la vostra libertà, e astiati i privilegi che godete? che se giunto fosse all’ufficio sovrano in Roma restando nemico al popolo, la bontà vostra, dandogli il voto, vi sarebbe divenuta fatale? Almeno gli dovevate far comprendere, che se le sue grandi azioni lo rendevano degno del posto che chiedeva, il suo cuore doveva insegnargli a stimare le vostre voci per quello che valgono, e a far succedere al suo ingiusto odio verso di voi un vero amore, mostrandosi protettor vostro.