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dall’intimo sentimento a conoscere i più nobili stimoli delle loro opere. La sua pertinace incredulità sulla virtù delle donne non è simulata; è conseguenza naturale del suo modo di pensare, e che lo rende tanto più atto a compiere il suo disegno. Siccome vede ogni cosa dal lato tristo, così distrugge aspramente l’incanto dell’immaginazione in tutto quello che appartiene all’amore; vuole esacerbare e disgustare i sensi d’Otello, affinchè il suo cuore non gli mostri l’innocenza di Desdemona; e ciò spiega perchè adoperi espressioni che fanno inorridire il pudore. Se Shakspeare avesse scritto ai dì nostri, sicuramente avrebbe mitigate alcune parole; ma la verità dei colori avrebbe alquanto perduto.

Desdemona è una vittima senza macchia. Forse non si vede in essa l’ideale della grazia e dell’inspirazione passionata, come in Giulietta; ma è dolce, umile, semplice, e così innocente, che non può nemmeno concepire l’idea dell’infedeltà; e sembra creata a posta per essere una moglie tenera e affettuosa. Il bisogno di consacrare ad altri la propria vita, questo istinto naturale delle donne, ha cagionato l’unico suo fallo: il suo matrimonio senza saputa del genitore. La scelta che ha fatto, sembra un errore della sua immaginazione; e pure ciò che le ha tocco il cuore per Otello, è quello precisamente che spinge una donna ad onorar nel suo sposo il suo protettore e il suo signore: l’ammirazione pel coraggio, la pietà pei corsi pericoli. Grand’arte si vede nell’aver rappresentato Desdemona, che non s’accorge della sua imprudenza ad accendere sempre più la gelosia del Moro colle sue vive preghiere in favore di Cassio. Per fare maggiormente risaltare la purezza di questo essere angelico, Shakspeare le ha dato in Emilia una compagna di costumi dubbi. Non v’è che la colpevole leggerezza di costei che possa far comprendere come mai Desdemona non confessi il furto del fazzoletto allorchè Otello glie lo dimanda con impeto; poichè altrimenti una simile circostanza sarebbe la più difficile di tutte da giustificare. Il giovine Cassio, amabile, sciolto, generoso, ma facile ad essere sedotto, è pure disegnato come si conveniva, affinchè potesse eccitare ingiusti sospetti. I pubblici avvenimenti dei due primi Atti ci mostrano Otello sotto il suo più glorioso aspetto, cioè come l’appoggio di Venezia e lo spavento dei Turchi: e così quegli avvenimenti, come le dissensioni de’ Capuleti e de’ Montecchi nella Giulietta e Romeo, servono a far uscire la favola dal cerchio delle relazioni domestiche. Quale eloquenza potrebbe dipingere la forza spaventosa della catastrofe di questa tragedia? quali espressioni potrebbero dar idea del tumultuoso conflitto tra affetti di una tal violenza, che, compressi nel cuor dell’uomo, s’aprono una via nell’eternità?».

(Schlegel, Corso di letteratura drammatica).


fine del volume primo.