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Il giubileo di papa Clemente VIII aveva chiamato a Roma da tutte le parti infinito numero di pellegrini.

Il supplizio di Giordano Bruno doveva servire come corona alle feste giubilari, per incutere terrore alle masse dei superstiziosi, in quei giorni ospiti della Santa città.

Bruno, dopo la sentenza, venne lasciato per un’altra settimana nel suo carcere e tenuto continuamente a vista, sperando sempre i suoi giudici che egli all’ultima ora si sarebbe ritrattato.

Ma, al contrario, il filosofo affrettava col pensiero il giorno del supplizio, profondamente disgustato da un mondo troppo diverso da quello che gli occupava la mente ed il cuore.


Eccoci al 17 febbraio 1600.

1«Già fin dal primo albeggiare le vie della civitas aterna sono gremite di popolo; frotte di pellegrini, vestiti delle più strane foggie, le percorrono per ogni verso, e veggonsi processioni che vanno, e processioni che tornano dalle chiese; si prega, si canta, si geme con la febbre della paura dell’inferno, con la maschera, dell’ipocrisia, coll’anelito ingenuo del santo paradiso principi e personaggi, ricchi e gente d’ogni affare si mescolano a quel delirio d’infermi, esaltato da cinquanta cardinali, ne’ loro abiti vistosi, e spesso dal pontefice, che benedice ed esalta. La specialità del

  1. Da un articolo di B. E. Maineri.