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Le diplomazie democratiche continueranno la loro vana schermaglia coi Mussolini e cogli Hitler.

I partiti socialisti continueranno ad invocare il disarmo, la pace, l’intesa dei popoli.

Intanto le fabbriche d’armi lavoreranno e gli stati maggiori perfezioneranno i piani di mobilitazione.

Nell’ora che nessuno può prevedere, per una causa che nessuno può anticipare, la nuova catastrofe piomberà sull’Europa.

Si rimpiangeranno allora le occasioni perdute, le iniziative trascurate, tutte le cecità e le impotenze del pacifismo sentimentale e teorico.

Ma sarà troppo tardi.

Quanto a noi, piccolo pugno di rivoluzionari italiani, la nostra strada è segnata. Non ci recheremo in pellegrinaggio al muro delle lamentazioni; e neppure aderiremo alla guerra. Ci serviremo della guerra contro il fascismo. Trasformeremo la guerra fascista in rivoluzione sociale.

Mussolini può lanciare sin d’ora il suo anatema contro i traditori della patria fascista.

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