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gia di farina, e trenta galline. Quindi è, che Canonici solidi chiamavasi quella moneta, con cui si pagava il tributo, siccome osservò il Salmasio nei Commentar) sopra la Storia Augusta coll’autorità del seguente luogo di Cassiodoro: Superbia deinde conductorum canonicos solidos non jure traditos, sed sub iniquo pondere immiinentibus fuisse projectos. E Canonicarj dicevansi quelli che gli riscotevano, il che apparisce, e dall’Epistole di Cassiodoro medesimo, e dall’Autentica CXXII. dell’imperatore Giustiniano, nella quale egli chiama col nome di Canonicarj quelli, che riscuotevano li tributi Fiscali. Stabilite adunque per vere quanto alla Storia queste due cose, io discorro così: Che essendo stati soliti i Popoli soggetti all’Imperio Romano di dare in tributo diverse sorte di cose, eziandio vili, e di poco prezzo, come la calcina, e simili, vi fusse nei tempi di Adriano qualche Popolo, o Città, il quale fusse tenuto a provedere ogni anno, o generalmente in tributo agl’Imperatori, o spezialmente per risarcimento delle fabbriche pubbliche, una certa quantità di lavoro di terra cotta; e che perciò questi tenessero per maggior commodità, e minor loro aggravio più di una bottega di Fornaciaj aperta in Roma, i quali fabbricando e tegole, e mattoni a lor conto, li contrassegnassero in guisa con quelle parole ex figulina Canonis operis doliaris, che tenendosi il conto di essi da quelli che avevano la cura delle fabbriche, nelle quali i lavori s’impiegavano di mano in mano, si potesse al fine dell’anno vedere, se essi avevano soddisfatto all’obbligo, o di quanto lavoro, a conto del tributo, restassero debitori: e che per poter poi riveder essi i conti ai lor Ministri di quello, che facevano (essendo verisimilmente le botteghe più di una per la quantità, che di ragione dovevano farne il pagamento del tributo, trattandosi di materia di sì vil prezzo) vi segnassero anche il numero di esse cioè ex Figulina I. II III. e così di mano in mano; nè è cosa inverisimile, che nell’Iscrizione mentovata di sopra

EX. FIG. SEX. AT. SILV. P. VI.


i segni numerali VI, che nel fine di essa si leggono, significhino il numero della Figulina. Il ritrovar poi qual fusse quella Città, o quel Popolo, che des-