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DISSERTAZ. DI A. NIBBY. 67

sostruzioni magnifiche di opera reticolata simili a quelle de’ Domizj al monte Pincio, e degli Orti di Sallustio al Quirinale, vedremo, che era la villa Vejentana di Livia detta ad Gallinas Albas, della quale le sostruzioni predette e le altre macerie che si osservano sopra tal colle sono un avanzo. Ma della posizione di Rubræ si è detto abbastanza, ed è tanto più interessante averla determinata, quanto che ci servirà come di base per regolare quelle di altre stazioni sopra questa stessa via.

Presso Rubræ, come dissi fu il Vejentanum di Livia Augusta detto ad Gallinas Albas, nove miglia distante da Roma sulla via Flaminia, e sovrastante al Tevere; così Plinio al lib XV. capo ultimo, dopo avere riferito il prodigio ivi avvenuto a Livia, di una gallina bianca con lauro in bocca lasciata cadere nel seno di Livia da un’aquila, che l’avea rapita; Quod factum est in villa Cæsarum, fluvio Tiberi imposita juxta nonum lapidem Flaminia via, quæ ob id vocatur ad Gallinas, mireque sylva provenit, cioè dal ramuscello di lauro che Livia stessa piantò. Non può desiderarsi pertanto una descrizione più determinata per la situazione topografica della villa di Livia, cioè vicino a nove miglia distante da Roma, sulla via Flaminia, dominante il Tevere, e per conseguenza poco distante da Prima porta, occupando lo spazio fra la via Flaminia, Prima Porta o Rubræ, ed il Tevere, situazione oltre modo deliziosa ed atta per una villa godendosi di là, oltre il fiume, il prospetto di Fidene, e de’ colli Crustumini. Che essa fosse nel territorio Vejentano Svetonio lo narra, il quale in questi termini descrive a lungo sul principio della vita di Galba il fatto, che diede origine alla sua denominazione: Progenies Caesarum in Nerone defecit; quod futurum, compluribus quidem signis, sed evidentissimis duobus, apparuit Liviæ olim post Angusti statim nuptias VEJENTANUM suum revisenti, prætervolans aquila, gallinam albam, ramulum lauri rostro tenentem, ita ut rapuerat, demisit in gremium: quumque nutriri alitem, pangique ramulum placuisset, tanta pullorum suboles pervenit, ut hodie quoque ea villa ad Gallinas vocetur: tale vero lauretum, ut triumphaturi Cæsares inde laureas decerperent: fuitque