Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/85


miscellanea numismatica 81

Piacemi anche riportare il passo relativo della cronaca manoscritta del Terni, che offre qualche interessante dettaglio.

" Absentati i cittadini, Renzo ed il Contareno1 misero mano negli argenti del Monte di Pietà e di S. Maria della Croce, in quelli della gesa dico che per voto erano donati et batterono alcune monete da 15 soldi di Milano l’una, et non con cuneo ma col martello facevano le piastre d’argento, hor quadre, hor tonde, hor di sei, hor di otto cantoni, come per sorte venivano sotto il martello, et da un lato solo sculpevano l’imagine di S. Marco di forma rotonda tanto piccola che non prendeva il quinto della piastra, rimanendo il resto come dall’incudine era lassato, et per rude et poco solemnigiata forma Petacchie erano domandate, et per la loro boutade per tutta la Lombardia ebbono gran corso e questo fu di avosto dell’anno 1514 ed in tanto maggior pregio erano perchè da ogni lato monete false si facevano „.

Malgrado tali particolarità, registrate da uno scrittore che visse contemporaneo al fatto, dubitai lungamente della esistenza di cotale pezzo ossidionale, imperocchè sembravami che Venezia, cotanto gelosa dei propri diritti e sì provvida nelle sue leggi monetarie, male avrebbe tollerato che un Condottiero ed un Rettore di città non molto discosta della metropoli emettessero monete per propria volontà; parevami che se codesta moneta ebbe veramente grande corso per la sua bontà, in copia non indifferente dovesse essere stata fabbricata, e però non difficile dovesse riuscire di scoprirne qualche esemplare. Ma nè il Fino, che visse pochi anni dopo il Terni, ne vide alcuna, nè gli autori a noi più vicini n’ebbero conoscenza, e per quante ricerche io abbia fatto in buon numero di raccolte numismatiche italiane ed estere, mi fu dato poter scoprire tale patacca.

Altra considerazione che rafforzava il mio dubbio era questa, che l’illustre Lazari, così diligente investigatore delle monete della Repubblica Veneta, non ne aveva conoscenza allorchè stampò il trattato delle monete de’ suoi possedimenti,

  1. Bartolomeo Contarini, che fu Rettore dal 20 gennaio 1513 al 6 novembre 1515.