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La prima serie era durata dal 1836 al 1855 sotto la direzione dei fondatori Cartier e de la Saussaye, la seconda (nouvelle série) dal 1856 al 1877 sotto la direzione De Witte e Longpérier, la terza dal 1883 al 1896 sotto la Direzione Barthèlemy, Schlumberger e Babelon, a cui, per dirigere la quarta, ora iniziata, si aggiungono i Sig. E. Caron e A. de Belfort, l’antico presidente e decano della Società, e l’antico direttore dell’Annuaire.

Se la fusione delle due Riviste fu trovata buona dal corpo dei numismatici francesi, come fu approvata, crediamo, anche da tutti gli altri, vi fu però chi la pensò diversamente e, nello stesso punto in cui l’Annuaire si eclissava, sorgeva la nuova Gazette Numismatique française diretta da F. Mazerolle ed edita da R. Serrure. La Gazette incominciò le sue pubblicazioni coll’anno corrente e ne abbiamo sott’occhio l’elegantissimo primo fascicolo.

Il suo formato e il suo volume sono superiori ad ogni altro, la sua veste è più splendida; ma il suo programma, per quanto tenti di differenziarsi dagli altri consimili, è sempre suppergiù il programma d’un periodico di numismatica con tendenza a una certa quale modernità, con aspirazioni artistiche, con intendimento di cimentarsi anche nel campo economico, senza punto escludere la numismatica classica, almeno la romana. Il programma infine è molto vasto, anzi, se gli si volesse muovere un appunto, sarebbe precisamente quello d’essere troppo vasto, ma non altrettanto deciso e specializzato. Se il periodico intende essere soprattutto artistico, occuparsi con predilezione delle opere d’incisione e della medaglistica antica e moderna e figurare nei salotti eleganti allato alle Riviste di pittura, di scoltura e d’arte in generale, come lo indicherebbero anche la sua leggiadra veste esteriore, l’accuratezza e nitidezza tipografica e le splendide fotoincisioni — il che sarebbe opportunissimo per distaccarsi nettamente dalla Revue dedita completamente alla scienza, — forse vi si contengono materie che poco possono interessare a chi si occupa puramente d’arte. Per contro la parte numismatica appare soverchiamente ridotta per chi lo considerasse come periodico scientifico. E resta ancora la parte economica, la quale richiede una categoria di studiosi.