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336 giuseppe castellani

questo il luogo di chiarire una questione la quale richiederebbe indagini che mi manca il modo di fare.

Un documento dello stesso archivio capitolare di Fano mi dà occasione di portare un po’ di lume su di un altro punto controverso o a dir meglio non conosciuto della storia monetaria di Ancona, cioè sulla esistenza della moneta o ducato d oro durante il periodo repubblicano.

Il Peruzzi sopra citato, avversario deciso di chi sostiene l’autonomia del Comune Anconitano, pur conviene che le monete più antiche sono quelle sulle quali non si veggono le chiavi e il triregno1 e pubblica una moneta d’oro " notevole, dic’egli, per la singolarità di non avere segno alcuno della dominazione pontificia2. „ Altra simile fu pubblicata nel Catalogo di vendita della collezione Rossi3. Ma queste due monete sono identiche pel tipo, per l’arte e per la forma delle lettere a quella conservata nel Reale Gabinetto Numismatico di Brera della quale debbo la notizia all’egregio Conservatore D.r SoloneAmbrosoli. L’esemplare di Brera nel giro, dietro al cavaliere, dove l’esemplare pubblicato dal Peruzzi ha uno spazio vuoto e quello del Catalogo Rossi qualche segno confuso, presenta le chiavi decussate che, sappiamo dal Ciavarini4 essersi aggiunte allo stemma di Ancona sulle monete per ordine di Giulio II. Queste monete inoltre sono doppi zecchini e non semplici ducati, infatti l’esemplare di Brera pesa gr. 6.85. Ora le zecche dello stato Pontificio, che io

  1. Peruzzi, Op. cit. pag. 274.
  2. Idem, ibid., pag. 276, tav. VI, num. XLIII.
  3. Catalogo della collezione Rossi di Roma, pag. 1, num. 6, tav. I, numero 6.
  4. Giavarini Carisio, Sommario della storia d’Ancona, nella "Rivista delle Marche ed Umbria.„ Ancona 1868, pag. 1476.