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gian marco e gian battista cavalli 485

del cinquecento cambiò cognome e si fece chiamare Della Grana.

L’altro documento è una lettera dello stesso Giambattista, che riguarda alcuni lavori fatti da lui per la zecca di Reggio:


«Alli magnifici signori superiori de la Ciecha di Regio in Regio.

«Magnifici signori superiori.

«Essendo venuto da me uno maestro Nicola Signorotto per haver la ponzonaria del scudo di Regio, la quale me fu lassata inter li mani da maestro Pandolfo per haverlo servito et reconzata detta ponzonaria per non essere bona da cazar. Sì che io ho aspettato per non havere hauto la satisfatione mia sin al presente et hora non havendo cognitione del detto maestro Nicola, qual dice essere maestro di ciecha lie in Regio, mando uno messo a posta acciò che V. S. receva dicti dui ponzoni, uno de Christo, l’altro de l’arma de la Comunità. Cosi V. S. se dignarano remandarne risposta de la receputa. No altro di continuo recomando a V. S. Dat. in Pomponesco, a di primo zenaro 1541.

«Jo Battista Cavallo»1.


La zecca di Reggio era stata fin dal 1532 data in appalto a Girolamo della Penna e a Pandolfo Cervi, ferraresi, che avevano battuto monete d’argento e di mistura; e continuò a stare aperta con varie intermittenze fino al 1537, essendone maestro il solo Cervi, che è quello nominato nella lettera riportata di sopra. Sebbene sia detto orefice in diversi documenti, non pare che sapesse fabbricare le stampe da se, perchè dovè rivolgersi al Cavalli, che

  1. Archivio comunale di Reggio. Registri di lettere ad annum.