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aes rude, signatum e grave, ecc. 53

mia idea di una duplice emissione simultanea a Roma ed a Capua delle dette monete d’argento, si spiega nel modo il più semplice e naturale la differenza tecnica delle due emissioni (cfr. i primi denari Urbani, pure a leggenda incusa, di cui tratto nel cap. IV) la identità stilistica e metrologica di tali monete, e, ad un tempo, si conciliano le osservazioni di Mommsen con gli argomenti in contradittorio, ed invero validissimi, recati dal barone d’Ailly, Recherches, I, p. 157 e dal Garrucci, p. 62, 166.

Questi nummi sono i famosi quadrigati degli annalisti romani1, il nummus e seminummus corrispondenti ai didrammi e dramme campane2. — I relativi tipi sono, ripeto, essenzialmente Urbani: da un lato. Giano bifronte giovanile, simile a quello degli assi della serie di cui ragioniamo; dall’altro, Giove Fulguratore in quadriga veloce (quadrigatus).

Giano giovanile, imberbe, è il dio principe degli Indigitamenta (Divum, Deus Consivius, Macrob., I, 9, 16; cfr. Preller-Jordan, Röm. Mythol., I, p. 166, 159), dio solare italico antichissimo (Roscher, Mythol. Lexikon, II, p. 16 seg., 27, 43 seg.), eminentemente battagliero; ma altresì federale, ossia preposto ai foedera, e come tale Geminus, Bifrons, Custos pacis3.

  1. Per le fonti, vedi Mommsen-Blacas, II, p. 11, nota 2; e per il luogo di Varrone in Charis., p. 105, ed. Keil, vedi Mommsen-Blacas, I, p. 252, nota 1 e p. 244, 1, non che Garrucci, p. 62 e seg.
  2. Notevoli sono i pesi del quadrigatus a leggenda incusa, i quali oscillano da gr. 6,77 a 5,70, e quelli a leggenda in rilievo, che oscillano da gr. 6,82 a 4,27; bisogna però tener conto del diverso grado di conservazione (Cfr. D’Ailly, I, p. 166 e segg.).
  3. Servio, ad Aen,, XII, 198: Ipse (Ianus) faciendis foederibus praeest: nam postquam Romulus et T. Tatius in foedera convenerunt, Iano simulacrum duplicis frontis effectum est, quasi ad imaginem duorum populorum. I luoghi relativi a Giano battagliero e pacifico sono riportati dal Rapp nel Roschers Lexikon, II, p. 40; perciò negli aurei romano-campani alla testa di Giano fu contrapposta la rappresentazione appunto del foedus romano-campano (cfr. cap. IV).