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i "cavalli" di ferdinando i d'aragona, re di napoli 347
R/EQVITAS REGNI •

All’esergo, S fra due rose e due cerchietti.

Rame.

3 Cavalli (Fusco, peso gr; 5,40). 4 Cavalli (Collezione Sambon, peso gr. 7,80). 8 Cavalli (Museo Nazionale di Napoli, peso. gr. 14,25).

Rame.

Il Fusco crede che l’S dell’esergo indichi il nome di Nicolò Spinelli, e credo sia nel vero, poiché nella lettera di Alfonso pel conio delle sue monete, addì 23 ottobre del 1494, vien detto al Tramontano “et che voi como ad mastro de dicte cecche possate fare la prima lettera del nome o cognome vostro como e stato facto in le monete de la felice memoria del serenissimo S. Re nostro patre colendissimo et ad quisto effecto havemo scripto ad hieronimo leparolo, ecc.” 1. Non si sa però come dar ragione di altre lettere, poste nell’esergo di questi cavallucci: A, C, I, ecc., essendo certo, come già ho dimostrato, che allo Spinelli successe immediatamente il Tramontano, che tenne la zecca di Napoli oltre la morte di Ferdinando I d’ Aragona. Trovando però in un documento del 12 ottobre 1472 che in quel tempo disbrigava gli affari di zecca certo “Paolo de Senis locumtenens magistri sicle dicte civitatis neapolis” e considerando che il contratto, per l’appalto della zecca, del 1475 si dice stipulato tra “il nobile ed egregio viro Nicolò Spinelli maestro di zecca et compagni et la Maestà del Re Ferdinando”, penso si potrebbe dare una spiegazione abbastanza probabile di quelle altre lettere, coll’ammettere che, in certe occasioni, per assenza del direttore della zecca, altri, assumendone

  1. Curia, vol. II, f. 109.