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vite di illustri numismatici italiani 477

la più parte rarissime e allora sconosciute, delle quali non mancò di descrivere e fare incidere in seguito i tipi più rari e preziosi nelle diverse opere, di cui si occupò posteriormente.

Da questo momento, la scienza delle monete antiche greche e romane occupò quasi esclusivamente l’ingegno e le ricerche del Sestini. In quel turno di tempo, essendo stato nominato Giovanni Sullivan, Presidente della Compagnia delle Indie inglesi presso il nabab di Golconda, il Sestini parti con lui e lo accompagnò fino a Bassora, donde poi pel Tigri, l’Eufrate e il deserto fece ritorno a Costantinopoli. Ma tosto nell’agosto del 1782 ne ripartì e per dieci anni, cioè fino all’aprile del 1792 il Sestini, frammessi brevi intervalli, continuò e ripetè i suoi viaggi in Oriente. Arduo, per non dire impossibile, in questa nostra compendiosa biografia, e di poco interesse al nostro scopo, il serbare lo stretto ordine cronologico e geografico di quei viaggi e ritorni, da lui fatti secondo lo spingeva il suo genio, l’occasione del momento. Basti il sapere che scopo dei medesimi, furono i suoi studii prediletti, fra i quali era principalissimo quello della numismatica; e di fatto, da quei viaggi non mai fece ritorno, senza portare nuove dovizie da aggiungere alle splendide collezioni di Sir Roberto Ainslie, suo costante e generoso protettore. Nelle sue più o meno lunghe escursioni visitò Aleppo nella Siria, Bagdad nell’Asia occidentale, Cipro, due volte Alessandria d’Egitto, Rodi e Cos presso la costa dell’Asia Minore, la Galazia, Tessalonica, Smirne più volte, la Macedonia, il Monte Santo (Athos) e Pella, la Tessaglia, Lemno, Micene ed altre isole dell’Arcipelago, Ragusa nella Dalmazia. Finalmente nell’agosto del 1791 da Smirne cerca un imbarco per Livorno; sale un vecchio bastimento provenzale, che dopo aver fatto sosta a Tchesmé ed a Scio, naufraga a Navarino nella Morea, onde trovossi costretto retrocedere a Tessalonica (Salonicco). Quivi ebbe affettuosa accoglienza dal Sig. Cousinery che gli agevolò il ritorno in patria; atteso pertanto un nuovo trasporto per Livorno, finalmente arrivò in Toscana nell’aprile dal 1792. Il Sestini di tutti i suoi i