Pagina:Rivista italiana di numismatica 1890.djvu/471

454 arturo g. sambon


1. ½ Follis.

D/ — SC IANO
Busto del santo col libro degli Evangeli.

R/ — ΝΕΑ - ΠΟΛ - ΙC

(Tav. X, N. 9).


2. D/ — Altro di tipo diverso — S IAN
R/ ― Simile.

(Tav. X, N. 10).


3. D/ — Altro di modulo più piccolo e di tipo anche diverso — SCS IA
R/ — Simile, ma senza croce.

(Tav. X, N. 11).


D’allora, simbolo insieme della religiosa e della politica riscossa, l’immagine del Martire venerato riapparve sulle monete ogni volta che i Duchi riuscirono ad affermare i diritti della loro autonoma sovranità; ed a renderne più apparenti i segni, posteriormente essi v’aggiunsero le iniziali del loro nome.

Le monete più antiche del secondo periodo di questa serie, sono quelle che portano impresse le lettere S T, le quali, messa da banda l’ipotesi di chi, credendole mistiche sigle, vi lesse Sancta Trinitas o Salutis Tropheum1, additano certamente il nome di Stefano. Però i moltissimi esemplari che ne rimangono sono diversi per tipo. E da una parte il numero, dall’altra la varietà, danno motivo a due quistioni, cioè se ad un solo o ad entrambi gli omonimi Duchi, debbono attribuirsi; e come mai, posto che al tempo d’un solo vennero battute, fu possibile quella diver-

  1. La prima interpretazione è del Tutini, la seconda del Muratori, che certamente la ricopiò dal Caracciolo, Op. c. E forse si persuasero a dare alle lettere un sacro significato, vedendole tramezzate da una croce; ma anche sulle monete Beneventane di Grimoaldo, Sicone, Sicardo, Radelchi, e sa quelle Salernitane di Siconolfo, si vedono le lettore iniziali del nome di qnei principi diviso da una croce. Assai strano fa l’errore del Sabatier che mutò la scritta s iano st in s const c t (Cartagine). Op. c.