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362 giulio jatta

indicare che questa sillaba aveva un significato ed una importanza maggiore delle altre parole messe su la moneta, perchè se queste indicavano dei nomi particolari di magistrati, quella invece era la espressione della città tutta, era il nome di tutto il popolo che coniava la moneta.

Che il nome urbico si trovi assai comunemente nell’esergo della moneta è un fatto abbastanza noto; come è anche noto che, se vi sono parecchi esempii in cui il monogramma del magistrato è posto nell'esergo, questo però non avviene tanto di frequente quanto per il nome del popolo.

Che infine sia di un valore quasi decisivo in favore della mia attribuzione il curioso confronto, di cui sì è fatto innanzi parola, tra il nome della moneta e quello del mattone trovato in Ruvo stesso, sembrami chiaro abbastanza.

Per il luogo di trovamento è da notare che uno dei due esemplari trovavasi da molto tempo nel modestissimo medagliere della mia famiglia, e poiché quella piccola raccolta è stata a poco a poco formata con le monete che si aveva occasione di comperare sul luogo stesso da’ contadini che le scoprivano, né essendo possibile supporre che si cercasse o comperasse di fuori una moneta tanto guasta dal tempo che si fu costretti a relegarla tra le incerte non solo, ma a gittarla nello scarto, fu certamente trovata a Ruvo e qui non dirò comperata, che non poteva valerne la pena, ma avuta per una occasione qualunque.

Dell’altro esemplare poi, di cui offro qui un esatto disegno, posso su la fede del mio amico can. Fatelli, che me ne faceva gentilmente dono, con certezza assicurare essere di origine ruvestina, perchè fu, pochi