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il medaglione romano 95

dell’imperatore in Roma. Sono frequentissimi invece i casi in cui si ricorda il nuovo consolato, e le feste votive che Io accompagnavano, la celebrazione delle ricorrenze quinquennali o decennali di regno, colle relative allusioni alla Fortuna ed alla Felicità; anzi, è da notarsi che in questi casi si hanno i multipli maggiori.

Le feste imperiali erano quindi le precipue occasioni in cui si coniavano medaglioni d’oro.

V.

Il medaglione d’argento.


Pei multipli in argento, i dati sul peso sono ancora più scarsi che pei medaglioni d’oro. Ciò si dica specialmente per quelli in pseudo-argento, del III secolo.

I medaglioni d’argento si presentano come multipli diversi del denarius. Di Augusto e Claudio abbiamo doppi denari, mentre i pezzi più grandi d’argento di Domiziano (Museo Britannico) sono da considerarsi, pel loro peso, come da 5 e da 8 denari (quiniones e doppi quaterniones). Altrettanto si dica, a giudicarne dalla grandezza, anche del medaglione di Giulia colla figura di Vesta (Cohen, 2° ed., I, 467, 15).

AI II secolo appartiene un multiplo d’argento di Traiano, ch’è un senio. Di Adriano si conoscono un ternio due pezzi da sette denari, ed uno da 8 (doppio quaternio). Si hanno poi alcuni pezzi in rame che per il genere di lavoro e per altri motivi sembrano animae di medaglioni d’argento suberati, uno di essi è pure di Adriano, e per il peso (comprendendovi la rivestitura) dovrebb’essere equivalente a 6 denari. Altri pezzi simili sono di Faustina juniore. Della stessa, come anche di Faustina seniore, e di M. Aurelio, si hanno animae di quiniones d’argento. Non si conosce il peso del medaglione d’argento di Lucio Vero colla Salute, coniato nell’anno 165, ma per la sua grandezza dovrebbe essere un quaternio (Cohen, 2.° ed., III, 186, 166).