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studii economici sulle monete di milano 307

DOPPIONE D’ORO — Nome egli è questo dato ai doppi ducati d’oro fabbricati nel dominio di Luigi XII re di Francia e nostro duca ad esempio dei precedenti duchi sforzeschi Galeazzo Maria, Giovanni Galeazzo e Lodovico Moro. Con tale appellazione sono registrati nella grida 29 giugno 1510, per il prezzo di L. 9,6 che è il doppio di L. 4,13 attribuito ivi ai ducati d’oro. Si componevano di purissimo metallo ed erano di peso in proporzione doppio, cioè di den. 5,18 traboccanti in regola pure del ducato grave di den. 2,21,336. Le Blanc ne diede di due stampi, ma da noi non se ne conosce che uno raro due volte, ed è col ritratto e S. Ambrogio a cavallo. Un doppione pure d’oro diede fuori il re Francesco I suo successore ornato di bellissimo ritratto, raro tre volte; il citato Le Blanc ce ne fece il regalo, e nel Museo Verri ognuno lo può vedere. Passaggera del resto e ristretta al periodo della signoria francese dei primi anni del 500 è stata da noi questa denominazione.

DUCATO D’ORO — Quando i Visconti già Signori di Milano si trovarono insigniti del titolo di duchi sulla fine del secolo XIV, verosimile si rende che il loro fiorino d’oro che facevano stampare da lunghi anni, prendesse il nome di ducato d’oro ad imitazione di quello di Venezia, che così s’intitolava dalla stessa dignità del capo di quello Stato. Un indizio ne abbiamo in una carta del 1400 in Argelati, (T. III, pag. 60) dove sono nominati ducati d’oro da fabbricarsi nella zecca di Pavia. Per altro il primo documento nostro, almeno a mia cognizione, che lo accenni è di Francesco Sforza il vecchio del 1465, dove vengono designati in questo modo: Ducati nostri a testano justi et gravis ponderis pro lib. 3, sol. 5 pro singulo. Per tutta la durata della dinastia sforzesca continuò