Pagina:Rivista di Scienza - Vol. I.djvu/256

246 rivista di scienza

perchè meno atti, sibbene perchè la condizione d’ogni vita organica e la sua dipendenza dalle condizioni fisiche rendono necessario un dato rapporto numerico fra i germi e gli adulti; un individuo può sottrarsi a una causa di distruzione per sue qualità proprie, ma in un altro caso soccomberà più facilmente d’un altro (legge di compensazione dei caratteri).

Se la cernita naturale agisse realmente, tutti gl’individui d’una forma dovrebbero possedere in ogni carattere i migliori requisiti compatibili con le date condizioni; dorremmo trovare, cioè, individui completi nel nostro senso; mentre noi vediamo, invece, vivere e riprodursi individui molto poco favoriti, tanto fra gli animali domestici, quanto in natura. La variabilità individuale, sia pure grandissima, non è una prova della trasformabilità della specie, nè è una causa determinante, o un mezzo di trasformazione.

Secondo il Darwin, dovremmo essere sicuri, che una modificazione, anche menomamente nociva, conduca insensibilmente alla distruzione d’una forma. Ma non sappiamo quali variazioni sieno nocive e quali favorevoli. In ogni carattere le deviazioni in più e quello in meno rispetto alla media sono in numero eguale e sono tante quanti sono gl’individui. Se fossero nocive tutte le deviazioni positive (in più), o tutte le negative, dovrebb’essere conservata la metà di tutti gl’individui; ma pochi invece arrivano a riprodursi. Sono dunque utili soltanto alcune variazioni? E dove si trovano: fra le positive? o dallo due parti? e in tal caso ogni variazione sarà sempre un poco nociva. I darwinisti dànno alla selezione il còmpito di eliminare le variazioni estreme: ma la conseguenza sarebbe la distruzione di tutti gl’individui. Essi confondono la probabilità con l’utilità. Che tutti gl’individui d’un gruppo abbiano diversamente sviluppate certe qualità, non significa, che essi abbiano deviazioni diversamente utili; ma soltanto che, nelle date condizioni, talune deviazioni hanno una maggiore probabilità, cioè sono più frequenti. Le variazioni estreme sono sempre rare, ma, dal momento che esistono, sono anch’esse necessarie, cioè sono conseguenza delle condizioni di vita; e se queste rimangono immutate, quelle variazioni estreme ritorneranno con la medesima certezza di quelle minime presentate dal maggior numero d’individui.

Quando le condizioni di vita cambiano, la famiglia o si modifica o soccombe; o deve cambiar la media, o, rimanendo