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il carattere delle leggi economiche 103

fisico, perchè al loro impero soggiace l’organismo umano e perchè esse dominano la natura esterna, che tanta influenza esercita sull’attività economica; ma queste leggi, per quanto importanti sieno per l’economia sociale, non sono leggi economiche, sono e rimangono leggi naturali, di cui l’attività economica non può a meno di tenere il massimo conto 1.

È vero che tanto le leggi di natura quanto le leggi economiche esprimono una tendenza, che costantemente influisce sui fenomeni, indicano ciò che avverrebbe in assenza di cause disturbanti, che impediscono o modificano l’azione della causa principale presa a studiare. Ma nelle leggi economiche le condizioni determinanti i fenomeni sono più soggette a cambiamenti che non nelle leggi di natura, ed in queste, oltre a ciò, si può trovare un’espressione numerica per il grado di forza, con cui opera la tendenza o con cui agiscono le cause disturbanti. Così la legge di gravitazione esprime, non solo il fatto generale dell’attrazione reciproca di tutta la materia, non solo l’affermazione vaga che l’influenza diminuisce a misura che la distanza aumenta, ma ci dice anche la misura numerica esatta con cui ha luogo quella diminuzione. E il chimico, oltre essere in grado di descrivere il genere di reazione, che avverrà tra certe sostanze poste in date condizioni, può darci in precedenza una determinazione quantitativa delle proporzioni esatte con cui i diversi elementi si riuniranno nella formazione del composto risultante. Ora a questo punto di perfezione non possono mai giungere le leggi economiche, perchè le forze psichiche non si pesano, nè si misurano come gli elementi e le forze del mondo materiale, e non consentono per ciò una perfetta precisione o una accuratezza numerica. Così quando l’economista studia la diminuzione continua dei profitti, a misura che la popolazione e la ricchezza aumentano, non può prevedere tutte le cause, che si opporranno a quella diminuzione, nè può dirci a che punto preciso essa dovrà arrestarsi, perchè questo punto dipende dalla maggiore o minore intensità del desiderio di accumulazione, il quale varia secondo gl’individui e secondo i paesi2; e quando dice

  1. G. Schoenberg - Handbuch der Politischen Oekonomie. Tübingen, 1882, vol. i, p. 16-17. — Franck, op. cit., p. 975.
  2. J. E. Cairnes - The Character and Logical Method of Political Economy. London, 1875, p. 108-14. — J. Bonar - Philosophy and Political Economy. London, 1893, p. 194.