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RIVISTA

delle

TRADIZIONI POPOLARI ITALIANE


Anno II. 1° Aprile 1895. Fascicolo V.


TRADIZIONI POPOLARI DELL’ALTO POLESINE (Continuai.: vedi fase. II). III. PREGIUDIZI E SUPERSTIZIONI. ’ Più vasto del precedente, il campo dei pregiudizi e delle superstizioni è anche più ricco, e più copiosa, per conseguenza, ne è la mèsse raccolta. Il popolo, ad ogni costo, vuol essere schiavo di ciarlatani: o ciurmadori, o preti, o uomini politici; ognuno lo sfrutta a piacimento. Secondo il grado di coltura, o, per meglio esprimermi, secondo il grado d’ignoranza, chi si lascia abbindolare dagli uni, chi dagli altri: tutti, o quasi tutti, dai preti. E siccome tra i preti ve n’ebbero e ve n’hanno parecchi che della religione han fatto e fanno tuttavia un me stiere valevole soltanto a spillare le borse dei credenzoni, così i pregiudizi e le superstizioni, in questo ramo, sono molto estesi, molto profondi, e qualche volta colle loro radici escono dal terreno assegnato, invadono l’altrui, tanto che’ riesce difficile, per non dire impossibile, il tracciare la linea precisa di confine tra le superstizioni raccolte in un gruppo e quelle raccolte in un altro. Chi è affetto da un male, per esempio, non si vale forse d’una superstizione religiosa, per ottenere la guarigione? 1 Nel pubblicare le pagine seguenti, interessanti per i fatti che comu nicano, non abbiamo bisogno di dichiarare che, non dividendo tutti gli ap prezzamenti dell’egregio autore, non possiamo chiamare i proti in colpa di molte credenze superstiziose diffuse tra il popolo, assai più antiche del Cri stianesimo e non prive d’ogni significato. (A. D. G.). Riv. Trad. pop,, voi. II. 21