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Co la trisulca lingua
     Corse a lambir le mura,
     E tutto d’un’impura
     Fuliggine segnò;

Poi rapido volando
     Sul crine de la Bella,
     Per le crinite anella
     Si avvolse, e le snodò.

* * *


L’ elettrica materia
     Sentissi da gli aguzzi
     Reconditi ferruzzi
     Di quelle chiome attrar:

Ma, paga di rapire
     Le inavvedute spille,
     Commise a le faville
     Quel crine rispettar.