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prefazione xlvii

Cavalcanti e il Compagni, che ricordò nei Commentarii ai Documenti d’Amore, dovette essere in relazione con Lapo, che ebbe con Dante e con Guido una comune idealità artistica. Poi, identificando il nostro poeta in questo Lapo Gianni, è tolto il dubbio che egli vivesse oltre il 1335, la qual cosa, pure ammettendo che Lapo dovè far versi prima che rogiti, par contradire alla tesi già da noi sostenuta, che Lapo notaio, fosse il ponte di passaggio tra i Guinizelliani e i poeti del dolce stil nuovo. Sarà una mia idea, ma quel Lapus filius Giannis de Sextu Porte Domus, che compare nel 1282 nelle Consulte della Repubblica di Firenze, senza l’appellativo del ser, mi fa confermare il dubbio che egli sia una persona sola col nostro poeta, in quell’anno non ancora ascritto al notariato. Se così fosse, nel 1282 Lapo avrà