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togliere al Cavalcanti il sonetto: — Morte gentil remedio de’ cattivi — il quale in Vd fa parte di una serie di sonetti, che formano un tutto solo, il quale non può essere opera di scrittore mediocre per le sue non scarse qualità poetiche. Ammettiamo però ancora per un istante che il trattato non sia opera del Cavalcanti: ossia che possa essere opera di altro poeta, che viva a Firenze1 fra l’arte del Guinicelli e quella di Cino ed abbia alte qualità poetiche.

Dovendo escludere Dante, perchè questo trattato non può essere nè contemporaneo nè antecedente nè posteriore a la «Vita Nova», non restano che o l’Orlandi o l’Alfani o Lapo Gianni. L’Orlandi ha una maniera tutta diversa di poetare e non si sarebbe rivolto al Cavalcanti chiedendo:

Onde si move e donde nasce amore?

se egli stesso fosse stato autore di un trattato di ben servire. Come avrebbe egli, trattatista amoroso, detto al poeta più giovane:

chi ’l serve dee saver di sua natura:
io ne domando voi, Guido, di lui:
odo che molto usate in la sua corte.

nelle quali parole non è la minima ironia?2 E Gianni Alfani pure:

poi fa sì ch’entri nella mente a Guido
perch’egli è sol colui che vede amore 3.

Di Lapo Gianni non abbiamo alcun sonetto che porti il suo nome e, sebbene piccole simiglianze sieno a suo favore4, sembra strano ch’egli non

  1. La forma fiorentina o almeno toscana è in tutto il trattato e nella grafia.
  2. Parve a l’Ercole che così fosse: io non la veggo.
  3. Ballatetta dolente...
  4. L. Gianni:

                             Dicendo che lo scoglio di doglienza
                             have gittate come face il cervo.....

    Novelle grazie alla novella gioia»).

    Vd - sonetto 4-3.

                             . . . . . . . . . . . come lo cervo
                             non ti rinnuovi. . . . . . . . . . .

    e in una ballata: «Ballata, poi che ti compose amore»

                             non mi donar di gelosia errore. . .

    con il concetto portato dal Sonetto X di Vd. Infine nella canz.: Amor nuova ed antica vanitate:

                             Tuo convenente non vo’ più difendere. . .

    il che potrebbe riferirsi al ritorno ostinato ad Amore, desiderato dal poeta del trattato fino a che egli, stanco dei dolori da amore apportati, lo caccia e lo sfida a mazza e scudo. In questa canzone però amore è rappresentato con varie imagini sovrapponentisi, ben contrarie a la maniera poetica del trattatista d’amore.