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190 iii . i rimatori pisani

II

Della gioia che prova a guardar lei.

Tuttora aggio di voi rimembranza
e disianza, — donna mia valente.
Tuttor mi membra e disio vedere
la piacente beltà, donna amorosa,
5che ’n voi fa porto con tutto savere,
céra avenente, fresca e graziosa.
La rimembranza tenemi in piacere,
e lo disio in gran pena angosciosa,
s’eo non vi veo, disiato amore,
10in cui lo core — tegno con la mente.
Quando vi veo, donna, in cui speranza
tegno, con tutta fina benvoglienza,
aggio allegranza, gioia e beninanza
e donami valor con gran piacenza
15la vostra sovrangelica sembianza,
che ’nver’me faite, senza percepenza
de li noiosi e de li mal parlieri,
che — parlan malamente.
Poi de’ sembianti tant’aggio allegrezza:
20ben averia, se osass’ella mostrare.
Lo mio disio fermat’ho ’n tale altezza,
che di gran gio’ viverò senza pare.
Pregovi per la vostra gentilezza
che non vi spiaccia lo meo innamorare.
25Quanto mi donerete più podere,
meglio servére — vi poro sovente.
Entr’a lo cor m’intrao con tal dolzore
lo primo isguardo di voi, donna mia,
che m’infiammao di tanto fino amore,
30che monta in me cosí ciascuna dia,