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glie il suo inno quotididiano al sole perenne che sembra eternare la vita.

A trenta e più anni di distanza Malia, nella sua veste semplice e tipica trascina alla meditazione e, per chi sente scorrere nelle proprio vene tutto il calore del sangue generoso, par che il profumo di zàgara si espanda nell’aria come per mitigare la nausea della caducità delle cose di questo mondo.

Ma c’è l’ammonimento severo, ed è questo, che se l’arte di Scarlatti o di Vincenzo Bellini diventò arte nazionale, anche l’opera folkloristica può offrirci un motivo di evoluzione e un modello sincero di espressione spirituale popolare.

Se non fosse per tutto quanto è stato detto avanti, Malia ha questo grande pregio indiscutibile, di essere per noi una fonte preziosa alla quale si può attingere se si vuole conoscere veramente l’anima musicale siciliana, di cui F. Paolo Frontini è il più degno rappresentante.

Nella evoluzione che si compie ineluttabilmente, soltanto l’oblìo è imperdonabile nelle cose belle.