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Un giorno, era di sabbato, stavo presso la fontana Nacona, quando parecchie Ebree vestite a festa vennero, e si fermarono a contemplare le sculture della fontana. Una Romana che si trovava dessa pure ivi, le guardò con disprezzo e rivolgendosi a me disse: «Guardate, guardate, ora sono nè più nè meno di noi Cristiani.»

Le riforme politiche del 1847 posero fine pertanto a quella schiavitù degli Ebrei di Roma, la quale aveva durato tanti secoli; almeno speriamo che la potenza della pubblica opinione saprà dimostrarsi più forte che un pregiudizio arbitrario, qualora mai potesse risorgere, e che le scarse libertà ora concesse agli Ebrei in Roma, si estenderanno abbastanza per permettere loro di prendere parte a tutti i vantaggi della coltura e della civiltà. La prospettiva è tuttora lontana, ma finalmente vi ci siamo avvicinati. La popolazione del Ghetto sale attualmente a circa tre mille ottocento persone, numero enorme se si raffronta al ristretto spazio del Ghetto stesso, che non equivale in estensione alla quinta parte di parecchie piccole città di tre mila abitanti. Tutta la università degli Ebrei è sottoposta alla congregazione superiore della Inquisizione, ed il loro magistrato speciale per ogni materia civile e criminale si è il tribunale del cardinale Vicario, presieduto da questo, e composto inoltre del prelato vice reggente, del prelato luogotenente civile, e del luogotenente criminale. Nelle materie di semplice pulizia, pronuncia il magistrato locale, vale a dire il presidente della regione S. Angelo e Campitelli. L’università israelitica poi, ha il diritto di regolare le cose sue interne, per mezzo di tre così detti fattori dei Ghetto, i quali durano in carica sei mesi. Questi provvedono al mantenimento delle strade, alla illuminazione, alle fontane; provvedono al riparto delle imposte, tassando ognuno secondo le proprie facoltà; provvedono alla cura degli ammalati, alla distribuzione delle elemosine e cose simili. In generale il Ghetto rende in complesso allo stato, ed a parecchie corporazioni religiose, tredici mille franchi annui all’incirca.