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Sorge questo sopra una collina nuda. Quel suol nero popolato di pochi cardi selvatici, magro pascolo delle capre; quella profonda solitudine; i ricordi delle antiche favole troiane; i versi stupendi di Virgilio; finalmente la guerra di Segesta con Selinunte, la quale motivò la spedizione degli Ateniesi contro Siracusa, ed ebbe cotanto grandi conseguenze storiche; tutto mi ecitava vivamente la fantasia. Questa solitudine è più pittorica ancora di quella di Pesto, l’atmosfera vi è per così dire impregnata di favole, di tradizioni, di miti, di ricordi storici. Sedendo nell’antico teatro dissotterato da Hittorf, lo sguardo abbraccia tutta quella regione di una solitudine magica, di una serietà tragica. Si scorgono il golfo di Castellamare, i monti di Alcamo, si ha sotto ai piedi una valle selvaggia, in fondo alla quale corre il fiume favoloso Krimiso; sorge alla parte opposta il monte grigio di Calatatimi, ed in cima a questo si scorge la città. nera di tinta e cupa di aspetto. Girando lo sguardo ad occidente, si scopre una catena di colline di tinta gialla, e più in alto monti azzurri, fantastici. Sono questi i Monti Erici sui quali sorgeva un tempo il tempio di Venere. Al di là splende il mare Egeo, cho chiama lo sguardo sulle spiaggie dove fu Cartagine, e richiama alla memoria le guerre puniche.

Non mi soffermerò a far parola del tempio di Segesta, che è abbastanza conosciuto. Proseguimmo il nostro cammino verso il monte Pispisa al di là del tempio, in una solitudine arida, non incontrando che qua e là alcuni pastori rivestiti di pelli di montone, i quali pascolavano le loro greggi. Non trovavamo che pochi cespugli, cardi selvatici ricoperti di lumache bianche, le quali circondavano quasi ogni pianta, traversando terreni arsi e screpolati dal sole, dove non eravi traccia nè di strada nè di sentiero. Tutto ad un tratto ci comparvero allo sguardo verso levante il mare Egeo, il monte piramidale Erice, ed a suoi piedi l’antica Drepano, ora Trapani, le isole del mar Egeo che splendevano fra le onde scintillanti di luce e le spiaggie che si stendono fino al Lilibeo, di Marzala e Mazzara.