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mento del Cristianesimo, nel loro novello regno. Malaterra, storico dei due Ruggeri, così si esprime parlando del conquistatore della Sicilia. «Allorquando il conte Ruggero vidde, che per le grazia di Dio, tutta quanta la Sicilia facevano omaggio alla sua signoria, non volle dimostrarsi ingrato ad un tanto beneficio; cominciò dedicarsi a Dio; rendere buona giustizia, ricercare la verità, visitare frequentemente le chiese, prendere divotamente parte ai divini uffizii, concedere alle chiese il decimo di tutti i suoi redditi, soccorrere le vedove, gli orfani, i dereliti. Ed in moltiplici punti della Sicilia innalzò chiese.»

Ed inoltre in quei tempi delle crociate, considerazioni politiche si unirono allo spirito di religione, per spingere a favorire gl’interessi della Chiesa; quella stirpe principesca, salita di recente e soltanto in forza di conquista, sur uno de’ più bei troni d’Europa, aveva d’uopo dell’appoggio del Papa e del clero, per mantenervisi. Sensa questo appoggio i Normanni sarebbero stati perduti, siccome avvenne dopo di essi agli Hohenstaufen, i quali venuti in lotta colla Chiesa, cominciarono per perdere Napoli e la Sicilia, quindi furono rovinati del tutto. Aggiungasi a queste influenze il desiderio naturale in una dinastia recente, di affermare per mezzo di splendidi monumenti la novella sua dominazione, e sarà facile comprendere come l’architettura ecclesiastica in Sicilia abbia dovuto necessariamente prendere pronto, e rapido sviluppo. Si voleva superare tutto quanto si era fatto sulla terra ferma; rivestire per intiero d’oro le chiesa, superare la stessa S. Sofia e quella Bisanzio, al cui imperatore ortodosso si era tolto il bel regno. Ruggero innalzò in un tempo, di una brevità incredibile; sì assicura in un anno; il duomo di Cefalù, e contemporaneamente la cattedrale di Messina, non che la cappella palatina di Palermo. Lo sviluppo dell’arte fu altrettanto rapido, quanto quello della dominazione stessa dei Normanni.

Tutte quelle costruzioni però, furono superate da Guglielmo II, ultimo principe legittimo della stirpe norman-