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di Aristotele stava sospesa per aria, o soggiunge che ivi nei tempi anteriori, accorrevano a pregare i Cristiani, per implorare la pioggia.

Nel Khalessah, trovavasi la residenza dell’emiro. Nel Sakalibah (quartiere degli Schiavoni secondo l’Amari) trovavasi il porto. Il quarto quartiere era quello della moschea Ibn-Saktab. A mezzodi della città, stendevasi il quartiere El-Jadid, l’attuale Albergaria.

Fa parola dei molti mercanti, e delle loro botteghe, in particolare di quelle dei macellai. Fa menzione pure della preparazione del papiro, ma si trattiene particolarmente a descrivere le fontane, e sovratutto quelle di Favara.

Ho ricordato di già il viaggio di Mohamed-Ibn-Djobair, il quale contiene pure una descrizione pregevole della città ai tempi dei Normanni. Desso paragona Palermo, ed in particolare la città antica, l’Al-Kassar, per i suoi bei palazzi e per le sue torri a Cordova. «La città, dice egli, è fabbricata in modo meraviglioso nello stile di Cordova, tutta in pietre lavorate, di quella specie che ha nome El-Kiddan. I palazzi del re giacciono tutti all’intorno, e la circondano quasi collanna, posta attorno al bel collo di una giovane ragazza.»

Le notizie di questi due Arabi, e quelle dell’Ebreo Beniamino di Tudela, completano la breve descrizione del Normanno Falcando. Questi fa menzione espressa degli edifici principali di Palermo, ed apprendiamo da lui che si era mantenuta tuttora la ripartizione della città in quartieri, come al tempo della dominazione degli Arabi, e che parecchie piazze, strade, porte, avevano conservati i loro antichi nomi arabi. Dal complesso di quanto narra degli edifici di Palermo, si può argomentare che a quell’epoca la città si trovava nel suo massimo splendore. Quanto meno, per la ricchezza e per la bellezza dell’architettura, il periodo normanno fu l’epoca la più brillante della Sicilia, ed i monumenti più raguardevoli i quali esistono oggidì tuttora, sono tutti di origine normanna, imperocchè gli Svevi, non eccettuato l’imperatore Federico, non hanno