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gnuoli, sarà sempre la via Toledo, aperta circa la metà del secolo decimosesto, dal vicerè D. Pietro di Toledo.

Visitai le meravigliose catacombe di Napoli. L‘impressione che producono, è un misto di terrore di ammirazione, e sovratutto di viva curiosità per quei tempi oscuri nei quali non solo furono eseguiti quei lavori sotterranei, ma in cui inoltre colà si viveva, e si prendeva pensiero di abbellire quelle strane dimore.

Le catacombe di Siracusa hanno aspetto meno cupo, imperocchè le loro gallerie, e strade sepolcrali, sono disposte simmetricamente. Per contro le catatombe di Roma, nella parte che vennero rese praticabili sinora, sono strette, basse; semplici corridoi e stanze di mediocre dimensione, ma non cessano per questo di essere le più meravigliose, imperocchè in esse i Cristiani celebravano i loro misteri notturni, e di là uscì di sotto terra il Cristianesimo, per prendere possesso di Roma dapprima, quindi del mondo.

Le catacombe di Roma furono scavate nel tufo, nelle colline a settentrione della città, al disotto di Capo di Monte; e si ritiene che quella città dei morti, a tre piani, si stenda fin verso Pozzuoli. Non potevasi rinvenire qualità di pietra più facile ad essere scavata in questa guisa, che questo tufo volcanico, di colore gialliccio; ed uno può farsi agevolmente una idea del mondo in cui vennero aperte quelle caverne e quelle grotte, osservando le pareti di quel tufo stesso, che si lascino in piedi per servire di ponti, nelle case in costruzione; ed anche nelle strade nuove di Posilippo si trovano grotte e caverne scavate nella roccia, le quali non servono soltanto di magazzeni, ma ancora di abitazioni.

Gli immensi spazi scavati per tal guisa sotto terra, che poco a poco vennero a formare un laberinto troglodito, dovevano pure avere uno scopo, e servire ad un qualche uso. Non può a meno di ritenersi per una favola, che i Cimmeri, primi abitatori delle sponde del golfo di Napoli, avessero fissata in quei sotterranei la loro stanza. Non è possibile imaginare una razza di uomini così imbecilli, da volersi andare cacciare nelle tenebre, nelle viscere della