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che un assoluto silenzio sia più agevole ad osservare in questi monti severi che altrove; qui lo spirito di Dio pare parli dovunque, ad ogni istante, nel vento che passa a traverso la foresta, nel muggito del Cosa impetuoso in fondo alla valle, nei lampi e nei tuoni che guizzano, e romoreggiano in cima ai monti.

Rapide mi trascorsero le ore della sera, in queste visite con queste riflessioni. Il mio servitore disinvolto venne ad annunciarmi che la cena era in tavola, e grande era l’appettito come pure la curiosità. Non si mangia carne di sorta nel monastero; anche gli ospiti devono adattarsi alla regola; aceto ed olio loro se ne dà per contro quanto domandano. La mia cena si componeva di un piatto di maccheroni conditi all’olio con aggiunta di erbe eccellenti dei monti, in sostituzione del cacio parmigiano; di una insalata di fave fresche; di una torta fatta all’olio, e di un fiasco di vino mediocre, tendente all’acido. Ad onta mi sforsassi di far onore alla cucina de’ miei ospiti, duravo fatica ad adattarmi a tutto quel lusso di olio, mi contentai dei maccheroni e del pane che era stupendo; volli dopo andare vedere come fosse stata trattata la mia guida, e mi disse che le si era dato un pane, e pesce salato.

Era intanto venuta la notte; la luna nel suo pieno splendeva in cielo, ed illuminava quello stupendo anfiteatro di monti. Gli alberi rischiarati da quella luce, le nere rupi, l’oscurità in fondo alle valli, il canto malinconico del gufo e dell’upupa, il romoreggiare del torrente, tutto ciò nel cuore della notte, produceva una impressione che con parole non si può descrivere. Al punto di mezza notte fui svegliato dal suono della campanna, che chimava i monaci a mattutino, e mi fu detto che un fratello laico si reca a svegliarli, l’uno dopo l’altro, nelle loro celle. Si alzano, recitano i salmi della penitenza, quindi si portano in coro, dove cantano il mattutino per tre ore. Ritornati nelle loro celle si trattengono ancora alquanto in preghiere, quindi è loro concesso alcun tempo di riposo. E così si pratica ogni notte. Udivo il suono della