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piante medicinali, che ivi crescono in abbondanza; e qual più grata distrazione si potrebbe rinvenire che quella di cercarle per quelle balze, per quei dirupi, di studiare le loro proprietà, di preparare le medicine?

Fui ricevuto nel tempio di Esculapio da un monaco di alta statura, di bella presenza, dall’aspetto sereno, con una bella barba rossa, la quale gli dava sembianza di un astrologo del medio evo. La farmacia era collocata in vicinanza all’ingresso del convento, ed all’interno del muro di cinta. Si apriva davanti a questa un orto botanico ben tenuto, ricco di piante medicinali, e dove non mancavano neppure fiori. Il terrazzo aperto che dava accesso al giardino, era ornato di grandi vasi, contenenti arbusti in fiore i quali facevano bellissima mostra, e davano l’idea più di una villa, che di un monastero. Volgendo lo sguardo all’interno, a traverso la porta a vetri, si scorgeva la farmacia la più pulita, e la più elegante che si potesse imaginare. L’erudito monaco mi additò con compiacenza i suoi tesori, rinchiusi in ampolle ed in vasi, facendomi provare rincrescimento di non essere maggiormente versato nelle discipline mediche. Mentre mi trovavo colà, vennero parecchi contadini a ricercare medicine, le quali vennero loro tosto somministrate, imperocchè la fama della farmacia Trisulti non è soltanto largamente diffusa nei monti circostanti, ma l’influenza benefica di essa si fa risentire eziandio nelle campagne del Lazio, miseramente travagliate dalle febbri intermitenti. Non potrà poi che riuscire grato a’ miei connazionali il sapere, che trovai le opere di Hahnemann nella biblioteca della farmacia.

Del resto se questa torna di grande utilità agli abitanti dei dintorni, i monaci vi hanno raramente ricorso per se stessi. La salute di tutti questi Certosini è ottima, ed io non ricordo aver visto altrove monaci di aspetto ugualmente florido. La tranquillità di animo, la vita regolata e sobria, e più di tutto l’aria purissima di questi monti li mantengono in salute, e le loro notti, ed i loro giorni interrotti da frequenti preghiere, e dal servizio della chiesa,