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dialetto de’ suoi monti. Le rupi diventano sempre più ripide e più scoscese; le valli più romantiche e deserte, ed attraversammo il bel torrente Cosa, il quale si precipita con impeto fra quelle gole. Le sue acque sono stupende, di tinta verdognola come quelle dell’Inn nell’Engadina, fresche, leggiere, ed abbondano di trote. Le uniche traccie di coltura in questa regione s’incontrano lungo le sponde di questo torrente, il quale dopo un corso rapido e romoroso si getta nel Sacco, congiunto al quale si versa poi nel Liri.

Risalendo il Cosa, ed al punto dove il torrente si apre strada a traverso ad un gola angusta, giace Collepardo. Non ho veduto mai abitato di aspetto più derelitto, più malinconico; poche case nere, disposte le une in fila alle altre, interrotte da una chiesa bizzarra, circondato ancora in parte il tutto dalle rovine di un muro del medio evo, prova manifesta che neanco questa località poverissima trovavasi al sicuro dalle scorrerie dei ladroni. Pochi giardini, alcune vigne, ed oliveti attornano l’altipiano su cui giace il paesello; del resto tutto all’intorno non sono che roccie nude e sterili. Il bravo carbonaio m’invitò a fermarmi in casa sua, offerta che accettai di buon grado, perchè del resto sarei stato in imbarazzo a sapero dove scendere, e mi adagiai alla meglio per passare in quella piccola stanza le ore calde della giornata. Se non che, ebbi la sorte di vedere arrivare dopo, a cavallo dessi pure, alcuni signori di Velletri, i quali venivano parimenti per vedere la grotta, e di poterla per tal guisa visitare bene illuminata.

Montammo di bel nuovo in sella, e ci portammo alla grotta. Dessa trovasi nella valle del Cosa, al disotto di Collepardo. Vi si scende per un ripido sentiero; si cammina alcun poco lungo la riva del torrente, che romoreggia uscendo da una gola. La strade ombreggiata di piante di castagno, corre fra due pareti gigantesche di nudo scoglio. A sinistra del Cosa sorge grandioso ed imponente il monte Marginato, il quale stende la sua ombra cupa sulle acque del torrente, il quale lotta contro i sassi che attraversano