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questa un farsetto di broccato parimenti ricamato sul petto ed alle maniche. Anelli, orecchini, braccialetti d’oro e coralli, danno vieppiù risalto alla bellezza della persona, ed alla originalità del costume. Si direbbe che la grazia e la splendidezza di questo nobiliti il portamento di quelle donne, imperocchè le vidi passeggiare per le stradicciuole del loro paese in rovina, colla maestà delle romane, e non meno belle per certo di queste; parecchie di profilo greco nobilissimo, tutte poi con capelli di nero corvino, ed occhi vivacissimi, atti a commuovere il cuore il più freddo. Allorquando scoppiavano i mortaretti innumerevoli che formavano quasi una ghirlanda sur un antico muro, e si vedevano colà tutte quelle donne con i loro abiti rossi ed oro, avvolte nei vortici di fumo di quelle artiglierie popolari, si sarebbe detto di scorgere un Olimpo, popolato da divinità ideali.

Ed anche senza il loro costume festivo, sono belle le Nettunnesi. Si vedono ogni giorno, e sempre molte assieme lavare patriarcalmente i loro panni alla fonte del comune. Non attaccano poi discorso cogli stranieri, sono timide quasi cavriole, e rispondono appena, e coll’occhio soltanto, al saluto.

Il giorno di S. Luigi aveva un’altro carattere; non era tanto festa religiosa, quanto popolare, e mi ricordo i costumi di mia terra natale. Sulla piazza del mercato si era innalzato con travi un non so che, il quale, bisogna pur dirlo, aveva l’aspetto di una forca ornata di fogliami; dalla trave superiore pendeva affidata ad un tratto di fune una pignatta, la quale pertanto si moveva facilmente in ogni senso; i giovani a cavallo agli asini dovevano procurare con destrezza, di fare correndo un buco nelle pareti della pignatta, e sia che la colpissero, o che la mancassero, questa movendosi picchiava per lo più il cavaliere, e lascio pensare quale grasse risa si facessero. Colui il quale colpiva la pignatta, riceveva due paoli da un prete che fungeva l’ufficio di giudice del campo. Rotta che fu la pignatta, e terminato il giuoco, ebbe luogo una tombola o