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o quattro dozzine di pagine che tutti dovranno divorare e ammirare. Che giornata campale è mai quella della publicazione! È una impresa seria a portare e mandare intorno in una sola mattina presso che cento esemplari a tante conoscenze: perchè essendo l’opuscolo in linea venale un regalo da tre soldi (quando anche non sia da tre centesimi in linea d’ingegno), tutto il merito sta nella grata sorpresa, e nel farvi essere dei primi ad averlo. Guai se si aspettasse fino all’indimani! certamente tutte quelle pratiche sarebbero già corse in folla dal libraio a comperarlo.

Ma poi, quali disinganni, e quali scottature all’amor proprio! Si va due mesi dopo in casa tale, e trovate là su di un tavolino il vostro opuscolo vergine, intonso: vi ringraziano tanto, fanno le presuntive felicitazioni sul nuovo lavoro che già deve essere, come al solito, bellissimo: deplorano quei benedetti affari che impedirono fin ora di occuparsene: ma ai primi giorni di quiete lo leggeranno col massimo piacere. Trovo in piazza il signor tal altro che, per essere venuto due volte a farmi visita a Monza, è diventato amico anche del Pill: e mi fa le sue condoglianze per la di lui morte. Ho capito! costui non è ancora giunto alla pagina della risurrezione: o forse, leggendo il primo verso l’è mort el pover Pill, credette che si trattasse d’una circolare di decesso, disse: “Povera bestia!” e non andò più innanzi.

Ma sentitene un’altra sola che è la più fiera che mi sia accaduta, almeno fin’ora: perchè non si sa mai di che morte s’abbia a finire. Un amico... sono sempre gli amici che le