67 Arrandellò il battaglio a quella fiera,
E giunse per ventura appunto al collo,
E spiccò il capo che parve di cera,
E più di venti braccia via portollo;
Margutte andò dove e’ vide ch’egli era
Caduto, e presto a Morgante recollo:
Dodici braccia misuroron quello
Serpente crudo e velenoso e fello.
68 Fecion pensier se fussi d’arrostillo:
Diceva la fanciulla: Io ho mangiato
Del tigre, del dragon, del cocodrillo;
Vero è che ’l capo e la coda ho spiccato.
Disse Margutte: E che bisogna dillo?
Questo è un morselletto9 ben dorato:
Io taglierò solamente la coda,
E poi l’arrostiremo, ed ognun goda.
69 Così fu arrostito l’animale
Pur colla pelle indosso com’e’ nacque,
E divorato sanza pane o sale,
E come un pinocchiato a tutti piacque:
Lucifer non are’ lor fatto male:
Eravi appresso pel bosco dell’acque,
Quivi s’andorno la sete a cavare;
Margutte più non si volle fidare.
70 E disse: Più da bomba non mi scosto,
Ch’io non mi fiderei di te col pegno,
Morgante, da qui innanzi, a dirtel tosto,
Chè tu fai sempre sopra a me disegno:
Come del vin faresti dell’arrosto;
Pertanto io non mi vo’ scostar da segno.
Morgante ride, e la fanciulla scoppia,
Che par ch’e’ denti gli caschino a coppia.
71 Dormiron come soglion quella notte,
E l’altro giorno al lor cammin ne vanno
Per aspre selve e per sì scure grotte,
Che dove e’ sia da posarsi non sanno.
Pur la fanciulla si ferma ta’ dotte,10
Però che ’l camminar gli dava affanno:
Ma di dormire in così strano e scuro
Luogo non parve a Morgante sicuro.