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58 il morgante maggiore.

67 Arrandellò il battaglio a quella fiera,
     E giunse per ventura appunto al collo,
     E spiccò il capo che parve di cera,
     E più di venti braccia via portollo;
     Margutte andò dove e’ vide ch’egli era
     Caduto, e presto a Morgante recollo:
     Dodici braccia misuroron quello
     Serpente crudo e velenoso e fello.

68 Fecion pensier se fussi d’arrostillo:
     Diceva la fanciulla: Io ho mangiato
     Del tigre, del dragon, del cocodrillo;
     Vero è che ’l capo e la coda ho spiccato.
     Disse Margutte: E che bisogna dillo?
     Questo è un morselletto9 ben dorato:
     Io taglierò solamente la coda,
     E poi l’arrostiremo, ed ognun goda.

69 Così fu arrostito l’animale
     Pur colla pelle indosso com’e’ nacque,
     E divorato sanza pane o sale,
     E come un pinocchiato a tutti piacque:
     Lucifer non are’ lor fatto male:
     Eravi appresso pel bosco dell’acque,
     Quivi s’andorno la sete a cavare;
     Margutte più non si volle fidare.

70 E disse: Più da bomba non mi scosto,
     Ch’io non mi fiderei di te col pegno,
     Morgante, da qui innanzi, a dirtel tosto,
     Chè tu fai sempre sopra a me disegno:
     Come del vin faresti dell’arrosto;
     Pertanto io non mi vo’ scostar da segno.
     Morgante ride, e la fanciulla scoppia,
     Che par ch’e’ denti gli caschino a coppia.

71 Dormiron come soglion quella notte,
     E l’altro giorno al lor cammin ne vanno
     Per aspre selve e per sì scure grotte,
     Che dove e’ sia da posarsi non sanno.
     Pur la fanciulla si ferma ta’ dotte,10
     Però che ’l camminar gli dava affanno:
     Ma di dormire in così strano e scuro
     Luogo non parve a Morgante sicuro.