2 Perchè donna è costì, che forse ascolta,1
Che mi commise questa istoria prima;
E se per grazia è or dal mondo sciolta,
So che tanto nel ciel n’è fatto stima,
Ch’io me n’andrò con l’una e l’altra volta
Con la barchetta mia, cantando in rima,
In porto, come io promissi già a quella
Che sarà ancor del nostro mare stella.
3 Infino a qui l’aiuto di Parnaso
Non ho chiesto nè chieggo, Signor mio,
O le muse o le suore di Pegaso,
Come alcun dice, o Calliope o Clio:
Quest’ultimo cantar drieto rimaso
Tanto mi sprona e la voglia e ’l desio,
Che, mentre io batto i marinari e sferzo,
Alla mia vela aggiugnerò alcun ferzo.2
4 Da Siragozza s’è Carlo partito,
Arso la terra, e vendicato l’onte,
E il traditor di Marsilio è punito
Dove e’ fece il peccato, a quella fonte;
E cavalcando d’uno in altro lito,
In molti luoghi fe’ rifare il ponte,
Ch’egli avea prima pel cammin tagliato,
Acciò che indrieto nessun sia tornato.
5 E ritornossi a San Gianni di Porto,
E non sofferse a ’gnun modo passare
Di Roncisvalle, ove il nipote è morto;
E dicea sempre nel suo sospirare:
Chi sarà quel che mi dia più conforto?
Tanto ch’ognun faceva lacrimare:
Che farà più quest’anima nel petto?
La vita mia omai fia sol dispetto.
6 Or perchè alcun qui dice, Ganellone
Sendo con certa astuzia scarcerato,
Che gli apparì sì gran confusione
Di nebbia che l’avea tutto obumbrato,
E ritornossi smarrito in prigione,
Chè così lo guidava il suo peccato;
Dico io: non so se confirmar mel debbia,
Per non parere uno autor da nebbia.