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canto decimottavo 31

149 Dicea Morgante, quando gli vedea:
     Saresti tu di schiatta di galletto?
     Tu hai gli spron di drieto; e sorridea.
     Disse Margutte: Questo è per rispetto,
     Ché spesso alcun, che non se n’accorgea,
     Se ne trovò ingannato, ti prometto:
     Campati ho già con questi molti casi,
     E molti a questa pania son rimasi.

150 Vannosi insieme ragionando il giorno:
     La sera capitorno a un ostiere,
     E come e’ giunson, costui domandorno:
     Aresti tu da mangiare e da bere?
     E págati in su l’asse, o vuoi nel forno.
     L’oste rispose: E’ ci fia da godere;
     E’ c'è avanzato un grosso e bel cappone.
     Disse Margutte: Oh, non fia un boccone.

151 Qui si conviene avere altre vivande:
     Noi siamo usati di far buona cera;
     Non vedi tu costui com’egli è grande?
     Cotesta è una pillola di pera.
     Rispose l’oste: Mangi delle ghiande;
     Che vuoi tu ch’io provegga, or ch’egli è sera?
     E cominciò a parlar superbamente,
     Tal che Morgante non fu paziente.

152 Comincial col battaglio a bastonare;
     L’oste gridava, e non gli parea giuoco.
     Disse Margutte: Lascia un poco stare,
     Io vo’ per casa cercare ogni loco;
     Io vidi dianzi un bufol drento entrare:
     E’ ti bisogna fare, oste, un gran fuoco,
     E che tu intenda a un fischiar di zufolo,
     Poi in qualche modo arrostire quel bufolo.

153 Il fuoco per paura si fe tosto;
     Margutte spicca di sala una stanga;
     L’oste borbotta, e Margutte ha risposto:
     Tu vai cercando il battaglio t’infranga;
     A voler far quello animale arrosto,
     Che vuoi tu tòrre un manico di vanga?
     Lascia ordinare a me, se vuoi, il convito.
     E finalmente il bufol fu arrostito;