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328 il morgante maggiore.

69 Maraviglia fu grande, al parer mio,
     Che gli passò lo scudo, ch’era d’osso
     D’un certo pesce, come piacque a Dio,
     E ’l piastron sotto molto duro e grosso;
     E benchè Falseron presto morìo,
     Niente della sella si fu mosso,
     Tanto che ignun del suo caso s’accorse:
     Orlando col cavallo oltre trascorse.

70 Poi ritornò, chè volea pur vedere
     Di Falseron come la cosa vada,
     Chè nel passar non lo vide cadere;
     Ma come questo toccò con la spada,
     Subito cadde fra’ morti a giacere:
     E maraviglia non fu perchè e’ cada,
     Ma perchè, come alla terra fu giunto,
     Dicon che il corpo disparì in un punto.

71 Ora hai tu, Falseron, la tua vendetta
     Fatta, e condotto a Siragozza Gano!
     La gente sua vi corse con gran fretta:
     E scesi in terra, e distesa la mano,
     L’arme trovoron, come quando getta
     Il guscio il granchio, chè drento era vano.
     O nuovo caso, o segno, o gran portento,
     Quanto Dio abbi in odio il tradimento!

72 Quando i Pagan Falseron vidon morto,
     Ognuno spazzerebbe la campagna,
     Tanto ne preson terrore e sconforto;
     Ma d’ogni parte era tesa la ragna,
     Chè il re Marsilio, per veder più scorto,
     Recato s’era in su l’alta montagna,
     E circundava tutta quella valle,
     Sì che voltar non potevon le spalle.

73 Fecesi innanzi quel corbacchion nero,
     Che si chiamava tra lor Finadusto,
     Con un baston che non era leggiero;
     E sette braccia il Pagano era giusto:
     Berlinghier vide venir questo cero,
     E non guardò perchè e’ fusse gran fusto,
     E ’l baston grave e mazzocchiuto e grosso,
     Ma con la lancia gli correva addosso.