109 I terrazzan tra lor son consigliati,
E poi facien questa conclusione:
Da poi che voi ci avete liberati
Da quel malvagio e superbo lione
Che tanti e tanti n’avea divorati,
E tratti delle man di Faraone;
Del signor tristo obligati vi siamo,
E tutti in Francia con voi ne vegnamo.
110 E finalmente, ordinate le schiere
In pochi dì, con Orlando ne vanno,
Con quel lion nelle bianche bandiere
Che insin di Babillona arrecato hanno;
Tanto che presto potranno vedere
Calavrione co’ suoi, che ciò non sanno;
Il qual Parigi faceva tremare,
E vuol suggetto il ciel, la terra, e ’l mare.
111 Già era Orlando sopra una montagna,
Donde si vede il campo de’ Pagani,
Che cuopre le pendice e la campagna,
E pien di padiglion veggono i piani;
Diceva Orlando con la sua compagna:
Tosto con questi saremo alle mani.
Ed Aldinghier parea troppo contento;
Pensa quando in Parigi sarà drento.
112 Carlo la notte dinanzi sognava,
Ch’un gran lione in Parigi era entrato
Per una porta, e per l’altra passava,
E tutto il campo aveva scompigliato:
Orlando già alle mura s’accostava;
Carlo si stava tutto addolorato;
Sentì che nuova gente ne venía,
E per dolor non sa dove e’ si sia.
113 E diceva al suo Namo: Più non posso:
A questa volta so ch’io son deserto,
Credo che ’l mondo ci verrà qua addosso.
In questo tempo Orlando ha già scoperto
Il segno del quartier suo, bianco e rosso,
E conosciuto da tutti fu certo;
E tutto il popol corre con gran festa,
Ch’un testimone in Parigi non resta.