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152 il morgante maggiore.

49 Come egli hanno mangiato, Diliante
     Subito allo scudier suo fece cenno,
     E tutte l’arme sue vennono avante;
     E poi ch’armato si vide a suo senno,
     E’ montò sopra un feroce afferrante,12
     Dicendo: Sia mio il danno, s’io mi spenno.
     Rinaldo in su Baiardo in piazza è armato,
     E Diliante a morte l’ha sfidato.

50 Preso del campo e ritornati in drieto,
     Rinaldo e Diliante si rintoppa,
     E nel colpirsi ognun parve discreto:
     Ma la potenzia di Rinaldo è troppa,
     E parràgli più forte che l’aceto
     Al Saracin, però che in su la groppa
     Si ritrovò rovescio al suo destriere,
     E fece di stran cenni di cadere.

51 Rinaldo staffeggiò del piè sinestro,
     E le lance per l’aria vanno in pezzi,
     E passan via i destrier come un balestro,
     Come color ch’all’arte sono avvezzi:
     Rizzòssi Diliante alfin pur destro,
     E parvegli del caso anco aver vezzi;
     E ritornato a Rinaldo di subito,
     Disse: Baron, che tu sia Marte dubito.

52 Io non vidi mai uom correr me’ lancia,
     Io non trovai mai uom tanto possente;
     E’ non si fe’ mai colpo tale in Francia:
     Deh dimmi il nome tuo cortesemente;
     Chè stu mi dessi omai nell’una guancia,
     Io volgerò poi l’altra allegramente;
     Di tua prodezza innamorato sono,
     E ciò ch’è stato fra noi ti perdono.

53 Disse Rinaldo: E più che volentieri:
     Sappi ch’io son Rinaldo, e questo Orlando,
     Questo è Guicciardo, Alardo e Ulivieri,
     E questo è Ricciardetto al tuo comando:
     Questo è quel traditor Gan da Pontieri:
     Io vo talor con la lingua accoccando;
     Questo è Dodon, quest’altro è Malagigi,
     E questo Astolfo, e torniamci a Parigi.