58 Disse Rinaldo: Apparecchiato sono.
Brunoro allor gli raccontava il fatto:
Questa badia s’è messa in abbandono,
Perchè due miei fratelli furo a un tratto
Fatti morir, sanza trovar perdono;
Ond’io sentendo sì tristo misfatto,
Venuto sono a vendicarli, e preso
L’abate ho qui, da cui mi tengo offeso.
59 Se la ragion tu di’ che suoi difendere,
Tu doveresti aiutar me per certo;
Ed a me par che tu mi vogli offendere:
Onor t’ho fatto, aspettando buon merto.
Disse Rinaldo: Falso è il tuo contendere;
Io ti dirò quel ch’io n’intendo aperto:
Con un sol bue, io non son buon bifolco;
Ma s’io n’ho due, andrà diritto il solco.
60 Se due campane, l’una odi sonare,
E l’altra no; chi può giudicar questo,
Qual sia migliore? io odo il tuo parlare,
Vorrei da quello abate udire il resto.
Disse Brunoro: E questo anco a me pare.
Venne l’abate, appiccato al capresto,
E liberato fu della prigione,
Perchè potesse dir la sua ragione.
61 Disse Brunoro: Io ho detto a costui
L’oltraggio che da te ho ricevuto;
Contato gli ho come diserto fui
Pe’ tuoi consigli da chi t’ha creduto:
Or tu le ragion tue puoi dire a lui,
Che mi pare uomo assai giusto e saputo.
Disse l’abate: Or l’altra parte udite,
A voler ben giudicar nostra lite.
62 Io mi posavo in queste selve strane;
E’ suoi fratelli ognidì mi faceano
A torto mille ingiurie assai villane,
E spesso i faggi e le pietre sveglieano;
Hanno più volte rotte le campane.
E de’ mie’ frati con esse uccideano:
Convennemi alcun tempo comportargli,
Chè forze non avea da contrastargli.