13 Morgante presto assettava Rondello;
Orlando verso la dama ne gía,
Che vendicar voleva il suo fratello;
Morgante sempre alla staffa seguía:
Meridiana, come vide quello,
Presto s’accôrse che Brunoro sia:
Orlando giunse, e diègli un bel saluto;
Disse la dama: Tu sia il mal venuto.
14 Se se’ colui ch’hai morto Lionetto,
Ch’era la gloria e l’onor di Levante,
Per mille volte lo Iddio Macometto
Ti sconfonda, Apollino e Trivigante:
Sappi ch’a quel famoso giovinetto
Non fu mai al mondo, o sarà simigliante.
Orlando disse con parlare accorto:
Io son colui che Lionetto ho morto.
15 Disse la dama: Non far più parole,
Prendi del campo, io ne farò vendetta.
O Macometto crudel, non ti duole
Che spento sia il valor della tua setta?
Chè mai tal cavalier vedrà più ’l sole,
Nè rifarà così natura in fretta.
E rivoltò il destrier suo lacrimando;
Così dall’altra parte fece Orlando.
16 Poi colle lance insieme si scontrorno:
Il colpo della dama fu possente,
Quando al principio l’aste s’appiccorno,
Tanto ch’Orlando del colpo si sente.
Le lance al vento in più pezzi volorno;
E Rondel passa furiosamente
Col suo signor, che tutto si scontorse
Pel grave colpo che colei gli porse.
17 Orlando ferì lei di furia pieno:
Giunse al cimier, che in su l’elmetto avea,
E cadde col pennacchio in sul terreno:
L’elmo gli uscì, la treccia si vedea,
Che raggia come stelle per sereno;
Anzi pareva di Venere Iddea,
Anzi di quella che è fatta un alloro3,
Anzi parean d’argento, anzi pur d’oro.