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42 il morgante maggiore.

8 Volgiti indrieto; ond’è tanta paura,
     Gridò, Pagano? E colui pur fuggiva,
     Perchè e’ temeva della sua sciagura:
     Orlando colla spada l’assaliva.
     E non potè fuggir drento alle mura
     Il giovinetto, ch’Orlando il feriva
     Irato con tal furia, e con tempesta,
     Che gli spiccò dall’imbusto la testa.

9 Nel campo si tornò poi che l’ha morto;
     Trovò Morgante che nella press’era;
     Ebbe di Lionetto assai conforto,
     E ritornossi inverso la bandiera.
     Il caso presto alla dama fu porto,
     Che luce più ch’ogni celeste spera;
     Graffiossi il volto, e straccia i capei d’oro,
     Sì che fe pianger tutto il concestoro.

10 Il vecchio padre dicea: Figliuol mio,
     Chi mi t’ha morto? e gran pianto facea.
     O Macometto, tu se’ falso Iddio,
     Non te ne ’ncresce di sua morte rea?
     Che pensi tu? che onor più ti facci’io,
     O ch’io t’adori nella tua moschea?
     Meridiana in così fatto pianto
     Fece trovar tutte sue arme intanto.

11 Vennono arnesi perfetti e gambiere
     Subito innanzi a questa damigella
     Di tutta botta, lo sbergo, e l’amiere,
     E la corazza provata era anch’ella,
     Elmetto, e guanti, e bracciali e gorgiere;
     Mai non si vide armadura sì bella;
     E spada che già mai non fece fallo:
     E così armata saltò in sul cavallo.

12 Gente non volle che l’accompagnasse,
     Uno scudiere appiè sol colla lancia;
     E così par che in sul campo n’andasse,
     Se l’autor della istoria non ciancia;
     E come giunse, un bel corno sonasse,
     Ch’avea d’avorio, com’era la guancia.
     Orlando disse a Manfredonio: Io torno
     Alla battaglia, perch’io odo il corno.