8 Volgiti indrieto; ond’è tanta paura,
Gridò, Pagano? E colui pur fuggiva,
Perchè e’ temeva della sua sciagura:
Orlando colla spada l’assaliva.
E non potè fuggir drento alle mura
Il giovinetto, ch’Orlando il feriva
Irato con tal furia, e con tempesta,
Che gli spiccò dall’imbusto la testa.
9 Nel campo si tornò poi che l’ha morto;
Trovò Morgante che nella press’era;
Ebbe di Lionetto assai conforto,
E ritornossi inverso la bandiera.
Il caso presto alla dama fu porto,
Che luce più ch’ogni celeste spera;
Graffiossi il volto, e straccia i capei d’oro,
Sì che fe pianger tutto il concestoro.
10 Il vecchio padre dicea: Figliuol mio,
Chi mi t’ha morto? e gran pianto facea.
O Macometto, tu se’ falso Iddio,
Non te ne ’ncresce di sua morte rea?
Che pensi tu? che onor più ti facci’io,
O ch’io t’adori nella tua moschea?
Meridiana in così fatto pianto
Fece trovar tutte sue arme intanto.
11 Vennono arnesi perfetti e gambiere
Subito innanzi a questa damigella
Di tutta botta, lo sbergo, e l’amiere,
E la corazza provata era anch’ella,
Elmetto, e guanti, e bracciali e gorgiere;
Mai non si vide armadura sì bella;
E spada che già mai non fece fallo:
E così armata saltò in sul cavallo.
12 Gente non volle che l’accompagnasse,
Uno scudiere appiè sol colla lancia;
E così par che in sul campo n’andasse,
Se l’autor della istoria non ciancia;
E come giunse, un bel corno sonasse,
Ch’avea d’avorio, com’era la guancia.
Orlando disse a Manfredonio: Io torno
Alla battaglia, perch’io odo il corno.