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canto settimo. 135


84 Venne per caso quivi Caradoro,
     E intese come l’accordo era fatto.
     Morgante insieme veggendo costoro,
     Inverso lor col battaglio era tratto,
     E quel che fussi saper vuol da loro;
     Ma col battaglio non dava di piatto.
     Orlando disse: Non far più, Morgante.
     Allor più forte combatte il gigante.

85 Re Manfredonio e la sua compagnia
     Contento è di lasciar Meridiana,
     Diceva Orlando, e tornarsi in Soria.
     Morgante allora il battaglio giù spiana,
     E disse: Orlando, questa era tra via;
     E dette a uno una picchiata strana:
     Un altro ammacca, che parve di cera:
     Ed anco questo ne’ patti non era.

86 Orlando disse: Il battaglio giù posa,
     Assai morti n’abbiam per questo giorno.
     Re Manfredon sua gente dolorosa
     Per tutto il campo raguna col corno:
     E così la battaglia sanguinosa
     A questo modo quel dì terminorno;
     Come nell’altro dir seguirò poi,
     Cristo vi guardi, e sia sempre con voi.



NOTE.

1. a quel che gustò il legno. A Adamo. Legno è posto per albero, o per il frutto di quello. Anche Dante chiamò legno l’albero il di cui frutto era stato dal Creatore Divino vietato ad Adamo:

Legno è più su che fu morso da Eva,
E questa pianta si levò da esso.
                         Purgat., Canto XXIV.

8. le divise sue sbarrate. Cioè divise a sbarre; che hanno sbarre che dalla sinistra dello scudo vanno in basso a terminarsi verso la destra.

12. a me tocca appiccar tal sonaglio. Appiccar sonagli ad alcuno vole propriamente dirne male, il che dicesi anche affibbiar bulloni senza ucchielli. Vedi Varchi, Ercolano. Qui pare che Morgante voglia dire: a me tocca pigliar sopra di me questa faccenda, questa impresa.

17. un susorno. È voce antica, e significa suffumicazione, suffumigio. S’usa ancora, come in questo luogo, per un forte colpo che si dà altrui in sul capo.

19. col battaglio s’arrosta. Arrostarsi significa volgersi in qua e in